“Questa sera chiedo la grazia al Signore affinché noi tutti possiamo continuare su queste strade a tenere viva la grande e lunghissima tradizione di fede di Pieve di Rosa. Tocca a noi continuare a viverla e a trasmetterla a quelli che continueranno a camminare sulle nostre strade, cioè i nostri piccoli che crescono. Trasmetterla insieme, perché questa chiesa è la Pieve che ha gemmato varie comunità, che adesso i percorsi della storia riportano anche a collaborare assieme. Mettere insieme le nostre ricchezze è la strada buona, la strada che ci tiene uniti e che assicura un futuro nella tradizione della fede, con l’aiuto di Dio e la protezione di Maria. La Madonna vegli sempre su di noi e sia sempre debitamente presente in questa Pieve di Rosa accogliendo tutti quelli che verranno, e tenendo unite tutte le comunità che da qui sono partite. E animando tanti cuori di genitori, di educatori, di sacerdoti perché questa fede la trasmettano ancora. E i piccoli vibrano, sono predisposti alla fede, se gli adulti la vivono e la annunciano”.
Questo il messaggio centrale dell’omelia pronunciata ieri sera dall’Arcivescovo di Udine in occasione della benedizione e inaugurazione dei lavori di restauro della Pieve di Rosa, la pieve matrice di tutte le comunità cristiane del comune di Camino al Tagliamento, alla presenza di numerose autorità tra le quali il consigliere regionale Riccardo Riccardi, i sindaci di Camino al Tagliamento, Codroipo e Varmo e un rappresentante della Provincia di Udine. “La benedizione dei lavori di restauro di una chiesa e la possibilità di tornare a celebrarvi la S. Messa è sempre un avvenimento molto forte e significativo per la comunità – ha ricordato mons. Andrea Bruno Mazzocato -. La chiesa è un’opera d’arte e nel restauro se ne scopre la bellezza e la ricchezza artistica. Ma specialmente vuol dire ricreare un punto di riferimento per tante persone per la vita di fede e la vita comunitaria”. Ma il restauro di questa chiesa “è un momento dal significato ancora più grande, perché questa Pieve di Rosa è testimone di una lunghissima tradizione di fede. Qui una importante strada romana attraversava il Tagliamento. Proprio sulle arterie stradali romane per prima è transitata la fede cristiana che arrivava da Aquileia e da Concordia. Sono diventate strade di fede. Questo è diventato ben presto un punto di riferimento, costituitosi poi come chiesa e come Pieve da cui poi si sono gemmate le attuali comunità che sono oggi qui riunite insieme. E poi non possiamo dimenticare l’apparizione della Madonna di Rosa alla piccola Maria con il quadro miracoloso col quale siamo entrati in chiesa per questa S. Messa”.
L’Arcivescovo ha anche sottolineato il significato di liturgia di ringraziamento al Signore per “tutti coloro che si sono impegnati per questo restauro, in primo luogo l’ex parroco don Antonio Raddi e quello attuale don Roland Kulik e tante altre persone che si sono coinvolte con straordinaria passione. E’ stato un impegno fatto col cuore e con la fede. Ringrazio in particolare don Antonio Raddi anche per il significato di fede e culturale che egli ha voluto evidenziare con questa opera”.
Il restauro è stato suddiviso in tre lotti, finanziati da altrettanti contributi regionali – rispettivamente di 290 mila, 380 mila e 200 mila euro – ed è firmato da Marcello De Marchi (i lavori sono stati eseguiti dall’Impresa veneziana restauri di Gruaro). E’ stato reso necessario per i lavori di rinforzo delle fondamenta dell’antico edificio (messe a dura prova dall’umidità), il rifacimento del tetto, il risanamento dei muri esterni ed interni, la rimessa a nuovo degli altari (questa parte di lavori è stata finanziata dalla Soprintendenza), la realizzazione di un nuovo impianto elettrico, acustico e di raccolta delle acque piovane, il rifacimento del sagrato e di tutto il pavimento della chiesa oltre alla sistemazione della sacrestia.
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