«Campane, forte baluardo contro il dilagante individualismo»

Un giorno di gratitudine e di gioia: non solo e non tanto per l’anniversario di una pur importante infrastruttura materiale, ma perché essa per un secolo ha cementato lo spirito della comunità e anche oggi è un baluardo contro il dilagare dell’individualismo. E’ il forte messaggio che domenica 7 settembre, l’Arcivescovo di Udine ha voluto lanciare alla comunità cristiana di S. Maria la Longa riunita in festa per celebrare i 100 anni del campanile. Un’occasione a cui il parroco, don Pietro Del Fabbro, ha voluto associare anche la festa dei lustri matrimoniali con la partecipazione di numerose coppie residenti in tutto il territorio comunale che celebravano dai 10 ai 55 anni di vita matrimoniale. Al termine della liturgia, sono anche stati premiati anche Antonio Sdrigotti, che per oltre 50 anni gratuitamente ha provveduto alla manutenzione del campanile, delle campane e dell’orologio, e le madrine dell’inaugurazione delle campane nel 1959, Renza Persoglia e Lucia Ciriani.


“Da 100 anni questo bel campanile segna il centro del paese e soprattutto il centro della parrocchia – ha osservato l’Arcivescovo nell’omelia -. Con le campane continua a chiamare, perché il campanile è come vivo, ha una sua voce. E le campane chiamano, come questa mattina, in chiesa, dove si riunisce la comunità cristiana. E così ci ritroviamo insieme e ci sentiamo uniti. La voce delle campane è come la voce dell’angelo che ci raduna davanti al Signore, presente nella sua Parola e nella sua Eucaristia. E la cosa più importante è che siamo uniti, che il Signore ha creato la sua famiglia, la sua Chiesa, formata da famiglie più piccole, le parrocchie, nei vari paesi. Vivere in comunione attorno a Dio: ecco l’importanza dei 100 anni del campanile che ci chiama ogni domenica, nelle grandi feste, nelle occasioni tristi dei funerali, come nei momenti in cui si festeggia un matrimonio o un battesimo…”.


Qualcuno potrebbe pensare che, nell’epoca degli orologi digitali presenti ovunque, il campanile abbia esaurito la sua “missione” storica. E invece no. “E’ un compito importantissimo – ha aggiunto mons. Mazzocato -, ancor più oggi che dobbiamo contrastare con tutte le nostre forze una tendenza che si è diffusa: l’individualismo. Ognuno pensa a se stesso, e quando uno sta bene non si interessa più delle altre persone che ha vicino. E’ una tendenza che colpisce anche le famiglie: ci si accontenta di pochi amici. E invece il campanile ci chiama perché ci incontriamo tutti assieme”.

Ma ancora non è sufficiente. “Per essere comunità non basta trovarci tutti assieme fisicamente come oggi a fare festa – ha proseguito il presule -, ma bisogna vivere una comunione interiore. E allora dobbiamo applicare la regola che San Paolo ci ha indicato nella seconda lettura dalla Lettera ai Romani: ‘Non siate debitori di nulla a nessuno se non dell’amore vicendevole’. Quindi c’è un debito che ci resta da pagare per tutta la vita: siamo in debito di amore vicendevole con ciascuna persona che abbiamo vicino. Se paghiamo questo debito stiamo bene, creiamo comunità. Se io amo la persona che mi sta vicino e lei fa altrettanto ecco la comunità. E questa regola vale anche tra gli sposi. Le coppie vanno in crisi quando uno dei coniugi dice all’altro: ‘Ho fatto anche troppo per te, adesso basta’. San Paolo obietta: il cristiano non dice mai basta all’amore vicendevole. Dice sono ancora in debito con te, posso fare qualcosa di più per te. Così il marito è sempre in debito con la moglie e viceversa; i figli verso la mamma e il papà e viceversa. E nel momento in cui viene la tentazione di dire basta, Gesù  risponde si può fare ancora qualcosa di più. E questo indipendentemente dal fatto che l’altro ricambi o no. Alla fine della vita ci troveremo davanti a Gesù, e lui su che cosa ci farà l’esame? Su questo debito, se l’abbiamo pagato. E allora ci accoglierà nella vita eterna che è il luogo dove si vive in comunione con Dio. Il Signore aiuti ciascuno a sentire il debito dell’amore e così si crea comunità”.


La celebrazione si è conclusa con la benedizione del campanile sul sagrato della chiesa, dove il sindaco di S. Maria la Longa, Igor Treleani, ha voluto ringraziare l’Arcivescovo e il parroco per la grande collaborazione che la comunità cristiana dà a quella civile lungo tutto l’anno: “Sono orgoglioso di poter contare sulla collaborazione delle comunità cristiane del mio territorio. E invito anche lei, monsignor Mazzocato, a tornare spesso qui per illuminarci con la sua parola, così importante in un momento di smarrimento generale”.

 

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