«La prima sapienza del cuore è quando abbiamo vicino a noi un fratello che soffre perché è solo, ammalato o perché attraversa un periodo di crisi o di depressione. Oppure un fratello che ha sbagliato che è dunque malato nell’anima e nella coscienza. Ecco per noi la sapienza è andargli incontro, così il nostro cuore assomiglia al cuore di Gesù». Questo il messaggio centrale dell’omelia pronunciata dall’Arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, durante la Santa Messa per la Giornata mondiale del Malato, celebrata anche nella nostra Diocesi nel giorno della memoria liturgica della Madonna di Lourdes, mercoledì 11 febbraio. Ad ascoltare le sue parole una cattedrale gremita di fedeli, numerosi i volontari dell’Unitalsi che hanno accompagnato con amorevole attenzione tanti ammalati, molti dei quali infermi.
L’Arcivescovo ha dunque indicato l’importanza di una rinnovata «sapienza del cuore» riprendendo il messaggio di Papa Francesco per questa giornata in cui è richiamata l’invocazione del salmo: «Insegnaci Signore a contare i nostri giorni e impareremo la sapienza del cuore» (Sal 90,12).
«È importante – ha sottolineato mons. Mazzocato – accogliere questo messaggio del Papa e questa frase della parola di Dio per chiedere al Signore che ci faccia crescere nella sapienza del cuore. Quando diciamo che un uomo è sapiente intendiamo dire che capisce le cose, più degli altri. Certo, per capire si può studiare, ma c’è la sapienza che non viene dai libri, ma dal cuore. Questa sapienza ce l’ha chi ha nel cuore l’amore di Gesù. Se invece ci sono invidie, gelosie, cattivi sentimenti, il nostro cuore è impuro, ma sopratutto è sciocco, perché non capisce, non vede».
L’Arcivescovo, infine, ha dedicato un pensiero a tutti volontari presenti: «Cari sorelle e fratelli che vi dedicate all’attenzione di malati e anziani, chiediamo che Gesù porti nel cuore il suo amore e ci purifichi. Continuiamo a dedicare del tempo per servire le persone malate, anziane, disagiate. E per fare questo organizziamoci, come già fanno molte associazioni, penso naturalmente alla benemerita Unitalsi e ad altri gruppi. Ma dobbiamo ricordare che organizzarsi non basta, ognuno deve chiedere di avere la sapienza del cuore, altrimenti anche le migliori associazioni si spengono e muoiono. Allora il messaggio del Papa lo consegno ad ognuno di voi, affinché ognuno in questa santa messa preghi per sé stesso. Chiediamoci: “Ho il cuore impuro?”. Preghiamo per ottenere la sapienza di Gesù, quella del buon samaritano, perché quando incontriamo qualcuno che soffre la strada è una sola: farsi suo prossimo. In questo modo se avremo un cuore buono, poi potremo metterci insieme e assicurare di essere fedelmente vicini ai malati e ai fratelli che soffrono».
La celebrazione si è conclusa, come da tradizione, con la tradizionale processione con le candele accese all’interno della Cattedrale.
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