L’Arcivescovo ha incontrato gli operatori della Liturgia: «Portate la Carità nella vita di ogni giorno»

«La comunione con Gesù nella celebrazione eucaristica è la fonte della vita del cristiano perché Gesù entra in lui e lo fa vivere della sua stessa Carità. Se, però, il cristiano non porta questa Carità nella vita di ogni giorno, egli torna nella morte del peccato. Fa una specie di sacrilegio perché nella vita quotidiana rompe la comunione di amore che Gesù ha creato grazie alla comunione eucaristica. Allora l’Eucaristia diventa allora la sua condanna». Questo il forte messaggio che l’Arcivescovo di Udine ha voluto lanciare questo pomeriggio, sabato 7 febbraio, agli operatori della liturgia di tutta la diocesi riuniti al Centro culturale Paolino d’Aquileia per una giornata di formazione sul tema  «Ubi caritas est vera. Celebrare la carità».

«Siamo attenti al rapporto tra la comunione con Gesù nell’Eucaristia e la comunione con i fratelli nella vita? Ci prepariamo alla celebrazione eucaristica con un umile esame di coscienza e rinnovando il desiderio di convertirci alla Carità di Cristo?». Queste alcune delle domande rivolte dall’Arcivescovo alle circa 300 persone convenute tra presbiteri, diaconi, religiosi e religiose, ministri straordinari della comunione, gruppi liturgici parrocchiali e foraniali, referenti foraniali e parrocchiali della liturgia, lettori, cantori e responsabili dei gruppi di canto liturgico, responsabili dei gruppi di ministranti, sacristi e persone che in vario modo si occupano della cura dello spazio liturgico. Mons. Mazzocato ha infatti ricordato come «S. Paolo invita i cristiani a prepararsi bene alla celebrazione eucaristica, riconoscendo umilmente i propri peccati, rinnovando la volontà di convertirsi alla Carità di Cristo e chiedendo la grazia lo Spirito Santo plasmi il loro cuore con la Carità grazie alla comunione col Corpo e Sangue di Gesù». Lo stesso S. Paolo «rimprovera i cristiani di Corinto perché avevano creato una separazione tra la celebrazione eucaristica e la vita comunitaria tra loro. Mangiavano tutti lo stesso Corpo del Signore e poi facevano ingiuste discriminazioni tra di loro tra ricchi e poveri. L’apostolo ha un giudizio molto pesante: “Non riconoscete il Corpo del Signore”; non vi rendete conto che l’unico Corpo del Signore, con cui avete fatto comunione, vi ha resi un unico Corpo del Signore che è la Chiesa. Se vi dividete tra voi, lacerate il Corpo del Signore che è la Chiesa è mostrare di non credere che nella celebrazione eucaristica mangiare realmente lo stesso Gesù, nel suo Corpo, nèl suo Santo Spirito, nella sua Carità».

L’Arcivescovo ha ricordato l’immenso valore dell’Eucaristia per la vita di fede: «Conoscendo la nostra mortale debolezza, Gesù non ci ha lasciato solo la sua Parola che ci illumina e orienta ma si è fatto nostro cibo – ha spiegato il presule -. Si dona a noi veramente con tutto se stesso; con il suo Corpo e Sangue entra in noi la sua Vita, il suo Spirito Santo, la stessa Carità che lo unisce al Padre nella Comunione della SS. Trinità. Entra in noi e ci accoglie in lui. Realmente “viviamo di Lui” della sua stessa vita divina; cioè, della sua stessa Carità. E’ un rapporto personale e, bsieme, comunitario. Nella comunione con Gesù nell’Eucaristia, infatti, troviamo tutte le sorelle e i fratelli che vivono la stessa comunione eucaristica con lui. Ci ritroviamo in comunione con loro, membri dell’unica Chiesa». 

Per questo l’Eucaristia e “fonte e culmine” della vita della Chiesa (Sacrosantum Conciliuom n. 10): «Dalla celebrazione dell’Eucaristia – ha ricordato mons. Mazzocato – nasce la vita della parrocchia e di ogni cristiano ed un cristiano è maturo nella fede quando al centro della sua vita c’è la celebrazione eucaristica; lo stesso si deve dire per la comunità».

L’articolo è tratto dal sito internet del settimanale diocesano «La Vita Cattolica»

Segui l'Arcidiocesi di Udine sui social

Facebooktwitterrssyoutubeinstagram

Vuoi condividere questo articolo?

Facebooktwittermail