«Chi ha l’amore del Signore nel cuore non lo trattenga per sé»

«Chi ha l’amore del Signore nel cuore non lo trattiene per sé ma lo riversa spontaneamente sui fratelli che incontra. Si accosta a loro con i sentimenti e gli atteggiamenti che abbiamo sentito elencare da San Paolo nella seconda lettura: ama i fratelli con affetto fraterno mostrando verso di loro stima; è pronto ad ospitare a casa sua e nel suo cuore chi bussa; dal suo cuore escono solo benedizioni anche verso i persecutori; sa gioire con chi vive momenti di gioia e sa piangere con chi è provato dal dolore; non coltiva sentimenti di grandezza salendo sulle spalle degli altri ma ha la forza di fare del bene con umiltà servendo senza attirare l’attenzione»: questo il passaggio centrale dell’omelia pronunciata dall’Arcivescovo di Udine nel corso della solenne S. Messa per l’annuale pellegrinaggio diocesano a Castelmonte, svoltosi come di consueto il pomeriggio dell’8 settembre.


Migliaia i pellegrini partiti nel primo pomeriggio da Carraria per raggiungere il grande parcheggio del santuario dove si è svolta la concelebrazione eucaristica all’inizio della quale l’Arcivescovo ha dato il benvenuto al nuovo rettore del santuario, padre Rino Panizzo, originario di Roncade (Treviso) e ha ringraziato per il lavoro svolto il rettore uscente padre Franco Carollo. Ai fedeli mons. Andrea Bruno Mazzocato ha ricordato gli immortali versi con cu Dante, nel celebre canto in onore della Vergine, commenta il concepimento verginale di Maria: «Nel ventre tuo si raccese l’amore». «Maria diventa il tabernacolo vivente dell’Amore di Dio portato in lei dallo Spirito Santo e questo amore si chiama Gesù che nel suo cuore di uomo custodisce l’amore che lo unisce a Dio Padre e tutta la compassione del Padre per gli uomini e per la loro triste condizione di peccato – ha spiegato il Pastore della Chiesa Udinese -. Per pura grazia ella diventa il tabernacolo dell’Amore e, insieme, la sorgente dell’Amore perché con il corpo e il cuore offrirà Gesù agli uomini dal momento della sua nascita fino a quando parteciperà al dono supremo che egli farà di sé stesso  sulla croce».

E a questo proposito il pensiero dell’Arcivescovo non poteva non andare all’imminente inizio in diocesi dell’Anno della carità che proseguirà il cammino intrapreso dalla Chiesa Udinese con l’anno della fede e l’anno della speranza: «Qui, a Castelmonte, guardiamo a Maria come al modello da imitare nell’anno della carità. La grazia che Ella ha ricevuto è stata, per certi aspetti, unica come è unica la sua condizione di immacolata. Insieme, però, è una grazia alla quale possiamo partecipare anche noi.


Con il sacramento del battesimo e della cresima Gesù risorto ci ha comunicato il suo Santo Spirito che, secondo la bella immagine di san Paolo, “ha riversato l’amore di Dio nei nostri cuori”. Ognuno di noi custodisce nel suo cuore l’amore stesso che riempie il Cuore di Gesù e di Maria. Certo, noi non siamo immacolati e spesso lo inquiniamo cedendo ancora al peccato. Ma il Signore ci offre sempre la possibilità di pentirci, confessando il nostro peccato, e di essere purificati dal suo perdono». Un concetto teologico che a Castelmonte diventa ogni giorno vita vissuta: «Specialmente quando ci accostiamo al sacramento della penitenza e il sacerdote invoca su di noi il perdono divino, Gesù rinnova in noi il dono dello Spirito Santo che riversa ancora nel nostro animo il suo amore. Quante volte qui a Castelmonte si rinnova questo miracolo e quanti cristiani tornano alla loro vita rinnovati nel cuore dal perdono di Gesù. Tornano ad essere tabernacoli del suo amore e, insieme, come Maria anche “sorgenti”» per gli altri.

Amore, accoglienza, perdono, condivisione, umiltà sono quindi gli atteggiamenti rivelatori: «Un cristiano che mostra questi sentimenti e questi comportamenti è una vera sorgente dell’amore perché comunica ai fratelli l’amore stesso di Gesù che egli custodisce nel cuore – ha evidenziato l’Arcivescovo -. È tabernacolo e sorgente dell’amore di Dio come lo è stata e continua ad esserlo Maria, nostra sorella da imitare e nostra Madre a cui affidarci perché, in questo Anno della carità, diventiamo tutti più santi perché più purificati nell’amore. Preghiamo Maria anche per tutta la nostra Chiesa diocesana perché, come scrive santa Teresa di Lisieux, essa abbia un cuore infiammato dall’amore di Cristo. Abbiano il cuore infiammato dall’amore di Cristo i sacerdoti, i diaconi, le religiose/i, i nostri sposi, i giovani chiamati a scelte di vita decisive, coloro che si dedicano ai poveri e ai bisognosi.


Se le nostre comunità trasmettono il calore del Cuore di Gesù, tanti verranno a scaldarsi e ritroveranno la via della fede e della speranza. E si realizzerà la preghiera di Gesù: “Prego perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato”. Maria, Madre dell’amore e Madonna di Castelmonte, intercedi per noi».

 

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