Un evento culturale eccezionale promosso dalla Soprintendenza per i beni storici, artistici ed etnoantropologici del Friuli Venezia Giulia in collaborazione con l’Arcidiocesi di Udine. «Che questa mostra possa essere un pellegrinaggio, aiutandoci a volgere lo sguardo verso colui che è stato trafitto ed ha la potenza di entrare nel cuore degli uomini, specie quelli che soffrono» ha detto fra l’altro l’arcivescovo di Udine, nel suo intervento.
La mostra sarà un viaggio alla scoperta degli esempi più significativi di sculture lignee prodotte tra il XII e il XIII secolo nell’area altoadriatica, vedendo l’esposizione di trenta opere, alcune delle quali mai esposte al pubblico.
Simbolo della mostra (curata dallo storico dell’arte medievale Luca Mor), sarà il maestoso Crocifisso ligneo tardo-romanico del Duomo cividalese restaurato dalla Soprintendenza tra il 2005 e il 2012: un capolavoro prototipo per altri esemplari diffusi nelle chiese del Patriarcato aquileiese fino al pieno Duecento.
«Il fulcro della mostra ruoterà attorno a quest’opera – ricorda il Soprintendente del Fvg Luca Caburlotto -. Nord Europa e Bisanzio, ma anche l’eredità romana di Aquileia, trovano infatti suprema sintesi artistica e sentimentale proprio nel Crocifisso di Cividale, capolavoro di caratura europea ed espressione del ruolo di capitale anche artistica della città di Cividale». Aggiunge l’Arcivescovo, mons. Andrea Bruno Mazzocato, : «Il Crocifisso cividalese permette di cogliere un aspetto che ha un eco di valenza ecclesiale, storica e, ad un tempo, attuale. Essa attesta, infatti, di essere stato il modello a cui allora guardarono altri scultori per creare simili capolavori di quello che è il segno per eccellenza della fede cristiana. L’esposizione mette così in risalto di quali legami d’arte e di pietà si siano sostanziati e manifestati i rapporti di comunione tra la sede del Patriarcato aquileiese e le Chiese sue suffraganee. Questi capolavori dell’arte, grazie alla voce della loro sacra bellezza, testimoniano di quali radici d’arte cristiana siano ricche le terre di questa nostra parte d’Europa».
Nella mostra saranno esposte opere rarissime (molte delle quali monumentali), provenienti da Friuli Venezia Giulia, Carniola slovena, Istria, Veneto, Alto Adige, Tirolo, Carinzia, Stiria e Baviera. Un’occasione davvero unica che permetterà di ammirare, riunite in un’unica sede espositiva, la quasi totalità delle sculture lignee superstiti del contesto patriarcale dall’inizio del XII secolo, dimostrazione del forte legame esistente tra la Chiesa aquileiese e il mondo germanico.
Quattro le sezioni della mostra: la prima dedicata agli esempi di opere lignee e modelli tipologici del mondo germanico, in particolare provenienti dal Reno al Tirolo e dall’ambito svevo alla Stiria. Le due sezioni successive presentano il panorama della scultura lignea nei territori del Patriarcato di Aquileia partendo dal modello del Crocifisso di Cividale fino ad accostare opere di cultura e provenienza extraterritoriale.
La quarta sezione ruota attorno all’eccezionale Antependio in argento dorato, datato 1204 e commissionato dal patriarca Pellegrino II per il Duomo di Cividale, e ad altri preziosissimi esempi di croci astili e arte suntuaria del contesto altoadriatico, tra cui coprievangeliari con valve eburnee di provenienza bizantina rifiniti con lamine d’argento e gemme.
Un’esposizione che, come anticipato, unisce quattro nazioni (Italia, Austria, Slovenia e Croazia) sotto il segno dell’antico Patriarcato di Aquileia «e – aggiunge il Soprintendente – sotto il simbolo centrale del cristianesimo. Grazie alla presenza di Crocifissi di dimensioni monumentali e preziosissime oreficerie e avori – continua Caburlotto – la mostra racconta gli “antefatti” storici e culturali delle due Arcidiocesi metropolitane di Gorizia e di Udine, che furono istituite in seguito alla soppressione del Patriarcato di Aquileia nel 1751 e della sua divisione fra le terre della Repubblica di Venezia e dell’Impero Asburgico, non più gestibili ormai sotto una unica giurisdizione ecclesiastica. L’esposizione – chiude il Soprintendente – si propone di riscoprire le origini culturali comuni di queste due realtà storiche, ora appartenenti a quattro differenti Stati tornati a riunirsi grazie all’Unione europea»
Anche la data scelta per l’inaugurazione, il 12 luglio, festa dei Santi Ermacora e Fortunato, patroni delle Chiese eredi del Patriarcato di Aquileia, non è casuale, per la presenza a Cividale dei vescovi delle quattro nazioni coinvolte nel progetto.
Un articolato catalogo curato da Luca Mor, con numerosi saggi critici di argomento storico, artistico, devozionale e di carattere tecnico conservativo e dettagliate schede scientifiche, accompagnerà l’esposizione e sarà pubblicato dall’editore Allemandi.
A sigillare la valenza culturale internazionale della mostra, i prestigiosi riconoscimenti dell’Alto Patronato da parte dei Presidenti della Repubblica delle Nazioni coinvolte.
La mostra è stata resa possibile grazie al contributo e al supporto della Regione Friuli Venezia Giulia, dell’Azienda Speciale “Villa Manin”, dell’Agenzia Turismo Fvg, della Provincia di Udine, del Comune di Cividale del Friuli, della Fondazione Cassa di Risparmio di Udine e Pordenone, della Banca Popolare di Cividale e della Parrocchia di Santa Maria Assunta di Cividale del Friuli.
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