Con questa solenne liturgia, iniziano i riti della Settimana Santa, nei quali i cristiani celebrano i più alti misteri della loro fede: la Passione, morte e risurrezione di Gesù. Il Pontificale è iniziato nell’Oratorio della Purità, con la benedizione di rami di ulivo, seguita dalla processione fino in Cattedrale con cui si ricorda l’ingresso di Gesù in Gerusalemmme osannato dalla folla come un Re. Quindi l’intensa e lunga lettura del Passio, seguita con grande attenzione e partecipazione dal migliaio di persone che ha affollato la Cattedrale per l’occasione.
«Il Centurione romano – ha spiegato mons. Mazzocato – comanda un drappello di soldati abituati ad accompagnare i condannati a morte, da Gerusalemme fino al Golgota per il terribile supplizio della crocifissione. Così anche quel giorno, prende i carico Gesù e lo accompagna all’esecuzione della sua condanna a morte. Ma quando vede morire quell’uomo, il cielo oscurarsi, le rocce spaccarsi per il dolore e squarciarsi il velo del Tempio di Gerusalemme, anche il pagano Centurione si mette in ginocchio dicendo: “Abbiamo crocifisso il Figlio di Dio”».
È questo, ha sottolineato l’Arcivescovo di Udine, lo spirito giusto per avvicinarsi alla Santa Pasqua: «Siamo chiamati dalla Chiesa e dalla liturgia a guardare alla Passione di gesù in ginocchio. Troviamo il tempo, il più possibile, per partecipare alle liturgie della Settimana Santa e per vivere momenti di preghiera e di adorazione». La Passione di Cristo e la sua risurrezione sono infatti il centro della fede, «il centro dell’unità di tutta l’umanità».
«Troviamo anche il tempo di confessare i nostri peccati – ha concluso mons. Mazzocato -. Gesù infatti è morto anche per le nostre colpe. La Settimana Santa è quindi un tempo decisivo anche per il cuore e la coscienza di tutti noi».
Per approfondire:
Segui l'Arcidiocesi di Udine sui social




