
Partendo dal Vangelo per la festa liturgica della Presentazione di Gesù al tempio, l’Arcivescovo ha evidenziato come Maria e Giuseppe siano “il modello a cui tutti i genitori possono guardare per scoprire quale miracolo divino sia avere tra le braccia un figlio”. “Essere genitori – ha proseguito mons. Mazzocato – non significa essere padroni, ma custodi del figlio che è di Dio” E “questa grande missione chiede ai genitori non solo un po’ di tempo e di energie, ma tutta la vita; chiede di vivere, prima di tutto, per i figli e la loro educazione”. Una missione che, lungi dall’essere una privazione della libertà è un modo per vivere la propria libertà “nel modo più grande”. Proprio Maria e Giuseppe, secondo mons. Mazzocato, sono l’esempio di cosa sia “la vera libertà: collaborare a favore della vita; accogliere e amara un bambino che arriva, perché è un miracolo di bellezza divina”.
Basandosi su questi presupposti, mons. Mazzocato ha affrontato, poi, la questione dell’aborto. “Non posso qui nascondere – ha proseguito – una profonda inquietudine verso certe correnti di pensiero che rivendicano la libertà di scegliere o rifiutare la vita. Si cerca di far passare leggi in cui l’aborto viene presentato come un diritto della donna e dell’uomo con il quale ha concepito un figlio. Non ci si limita a considerare l’aborto come una triste necessità che la legge può permettere per gravi motivi; soluzione che resta, comunque, inaccettabile. Ma si va oltre, catalogando l’aborto come un diritto che non ha bisogno di motivi per essere perpetrato. La donna ha diritto di accettare o meno la gravidanza senza portare giustificazioni; uguale diritto lo ha chi condivide con lei la decisione.
Con tutto il rispetto per tante situazione difficili, dobbiamo dire che questa libertà fa paura perché, a proprio piacimento, può negare la vita. Non è libertà vera quella che va contro la vita di un piccolo che aspetta di nascere”.
Secondo l’Arcivescovo, invece, “la vera donna e mamma libera è Maria che accoglie co cuore pieno di amore incodizionato quel bambino inatteso che Dio le dona e che cambia la sua esistenza”.
Nondimendo, ha ammonito però, in conclusione, mons. Mazzocato, “le mamme e i papà, però, vanno sostenuti, specialmente quando si trovano in situazioni difficili. Tutti siamo chiamati a lottare per la vita dei figli che arrivano, come fanno tante benemerite associazioni anche sul nostro territorio. Saremo una comunità di uomini liberi se assieme – e con leggi giuste – ci impegneremo a sostegno della vita dei nuovi bambini. Ci chiedono di essere accolti e ci insegnano che è libero solo chi dona amore ad ogni vita umana perché la considera tesoro di valore divino”.
- Testo integrale dell’omelia dell’Arcivescovo.
- Articolo originale, tratto dal sito de “La Vita Cattolica”.
- Pagina dedicata alla Festa Diocesana della Vita.
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