L’Arcivescovo alle esequie di don Casasola: «Fu servo fedele di Gesù, uomo di grande delicatezza di animo»

«Nel tempo della sua vita terrena ha impegnato con fedeltà e senso di responsabilità i talenti che aveva ricevuto dalla Provvidenza. Aveva un’intelligenza fine che ha saputo coltivare con letture, viaggi e interessi culturali di qualità, ma non per ambizione personale, bensì mettendo le sue doti a servizio delle persone e delle comunità cristiane che ha servito. Si è fatto, poi, apprezzare e amare per la delicatezza del suo animo che traspariva nei rapporti con i confratelli e con i fedeli. Il suo modo di fare e di parlare era rispettoso e misurato, attento a non ferire la sensibilità e a non mancare di rispetto a chi aveva davanti. Il suo cuore di pastore si rivelava in modo particolare con le persone che erano provate dalla sofferenza. Sapeva capirle e star loro accanto perché lui stesso aveva imparato, come Gesù, cosa significasse il patire nella vita». Così l’arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, nell’omelia pronunciata alle esequie di don Severino Casasola, spirato martedì 31 gennaio all’Ospedale di Udine

 

«Don Severino – ha proseguito il presule – ci lascia anche una testimonianza viva di fede e di preghiera. Aveva ricevuto una solida impostazione di vita spirituale dalla famiglia e negli anni della formazione in seminario e ha continuato a coltivarla con fedeltà lungo tutti gli anni del suo sacerdozio. La preghiera era il suo appuntamento per tener vivo nella sua vita il primato di Dio che è il perno di un’esistenza sacerdotale. Era, anche, una delle espressioni principali del suo ministero perché nella Chiesa il sacerdote ha il compito, come Mosè, di stare davanti a Dio e intercedere per il popolo cristiano che gli è stato affidato. Queste qualità umane e spirituali trasparivano dalla persona di don Severino e venivano percepite da chi gli era vicino, come si sente il sapore del sale nella pasta. Per questo è stato amato e stimato nelle comunità cristiane in cui è passato; ha lasciato non un ricordo emotivo e superficiale, ma un segno profondo, una testimonianza di fede e di bontà che è entrata nelle anime delle persone facendo veramente del bene».

 

A questo link il testo integrale dell’omelia.

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