
«Il nostro obiettivo – ha spiegato il direttore della Caritas diocesana di Udine, don Luigi Gloazzo (nella foto, al centro) – è quello di andare oltre la constatazione del disagio, per porci in un’ottica sociale ed educativa, sottolineando l’importanza di operare in maniera sinergica tra le diverse “agenzie educative” del territorio, dalla famiglie alle scuole, dalle comunità cristiane al mondo associativo». Dello stesso avviso il vicedirettore della Federazione BCC del Friuli Venezia Giulia, Lorenzo Kasperkovitz (nella foto, a destra), che ha evidenziato come la Federazione abbia subito aderito e finanziato il progetto in ragione dell’urgenza di «capire la dimensione di un fenomeno diffuso e che tocca tutte le fasce sociali e suggerire soluzioni di sistema al problema», questo con «l’auspicio di unire le forze contro un nemico pericoloso come l’azzardo».
Paolo Molinari (nella foto, a sinistra), responsabile dell’Area sociale IRES FVG, ha dunque acceso i riflettori su alcuni primi dati della ricerca, tratteggiando un ritratto dei giovani che li vede, in materia di gioco d’azzardo, molto informati, anche se incontrano poche occasioni per discuterne. «Un numero significativo di ragazzi si è già sperimentato nel gioco nel corso degli ultimi sei mesi precedenti la rilevazione – ha spiegato Molinari –. Alcuni hanno praticato qualche gioco altri invece sono stati coinvolti in una varietà di giochi, con intensità differenziata. Il 46,1% del campione si è sperimentato in giochi in cui si vince o si perde denaro: le ragazze lo hanno fatto di meno (solo il 38,9%) dei ragazzi (il 56,1%)». Un altro dato preoccupante è quello relativo alla spesa per il gioco che «viene stimata dal campione, sia pur in difetto – ha concluso Molinari –, sempre nel corso degli ultimi sei mesi in non meno di 15 mila Euro. Proiettata sulla popolazione giovanile di riferimento si attesterebbe a circa 224 mila euro».
I dati completi della ricerca – ha infine annunciato don Luigi Gloazzo – verranno illustrati nel corso di un convegno che si terrà a gennaio.
Si allega la nota diffusa nel corso della conferenza stampa.
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