«Incerti e confusi se non ci dissetiamo col vino buono del Vangelo»

“Il vino buono che ha dato gusto e speranza alla vita della città di Udine è stato quello del Vangelo di Gesù, trasmesso dalla grande tradizione della Chiesa di Aquileia.  Se non andiamo più a dissetarci a quel vino, a quelle Parole di Vita eterna, i nostri pensieri diventano incerti e confusi. Cominciamo a fare confusione sul senso della vita, dell’educazione, della famiglia, dell’amore, della morte”. E’ la forte sottolineatura che l’Arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato ha proposto questa sera, 26 ottobre alle ore 17, nell’omelia pronunciata durante la Santa Messa alla Basilica delle Grazie in occasione del rinnovo del “voto cittadino” istituito nel 1555 per debellare la peste, ripetuto più volte nei momenti di grandi tragedie e difficoltà che hanno segnato la storia di Udine. L’arcivescovo ha presieduto la solenne concelebrazione con i parroci del vicariato urbano, alla presenza delle massime autorità cittadine.

 

Commentando il brano del Vangelo letto nella Santa Messa in onore della Beata Vergine Maria delle Grazie che racconta il primo miracolo di Gesù, cioè la trasformazione dell’acqua in vino durante una festa di nozze nella cittadina di Cana di Galilea, l’Arcivescovo ha ricordato che “Gesù ci dice:‘Portatemi la vostra acqua, il vostro cuore che ha bisogno di speranza, la vostra mente che cerca luce per capire dove orientare la vita personale e sociale’. E’ ancora a disposizione il vino buono del mio Vangelo”.

 

Mons. Mazzocato ha aggiunto di aver cercato da parte suadi offrire un po’ di questo vino buono con la sua lettera pastorale ‘Rimanete nel mio amore’, dedicata all’anno della carità che si sta vivendo in tutta la diocesi.

 

L’Arcivescovo, quindi, ha concluso la sua omelia consacrando alla Vergine delleGrazietutta la città di Udine ed in particolare “le tante famiglie che hanno bisogno del vino buono del Signore per rimanere unite in questi tempi in cui politica e l’economia troppo poco pensa a loro; e forse non è casuale un certo velo di silenzio calato sulla famiglia.

 

Consacro a Maria i nostri bambini e ragazzi che sono il futuro di Udine; futuro incerto se non sosteniamo la speranza dei genitori nel generare e nell’educare i figli.

 

Alla Madre nostra affido le tante sorelle e fratelli anziani perché solo lei può visitare i loro cuori stanchi dopo un lungo percorso nella vita.

 

Affido, infine, tutti i nostri amministratori del bene comune perché in questo momento difficile grava sulla loro coscienza una responsabilità che può fare tremare mente e cuore. E’ una responsabilità che mi sento, per la mia parte, di condividere anch’io con loro. Prego perché lo Spirito del Signore ci illumini. Non ci è permesso di sbagliare quando sono in gioco i fondamenti della dignità della persona, dell’amore vero, della solidarietà sociale”.

 

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