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Giovedì 3 luglio a Case, nel giorno proprio del titolare San Tommaso apostolo, avranno luogo le celebrazioni per il 50° di fondazione della Parocchia: alle ore 9.00 Santa Messa particolare per ammalati, anziani, familiari e fedeli; alle 20.30 liturgia solenne inter-parrocchiale con il canto dei Vesperi e la processione in onore della compatrona Santa Eurosia. A presiedere le celebrazioni sarà l’arcivescovo di Udine. mons. Andrea Bruno Mazzocato. Presterà servizio il Corpo bandistico «Nereo Pastorutti». Seguirà inoltre un momento conviviale nella Villa Romano, gentilmente concessa, dov’è allestita la rassegna fotografica «1964-2014: i 50 anni della Parrocchia di Case».
Il cammino della comunità di Case: da subordinata di San Giovanni a Parrocchia indipendente
Era il 13 giugno 1964 quando con decreto arcivescovile Case fu eretta a Parrocchia indipendente.
Prima di tale data, le acque del Natisone, senza il ponte, rendevano spesso difficoltoso raggiungere Case da Manzano e così in tempi diversi la comunità fu associata a Corno e a San Giovanni, affinché fossero assicurati i sacramenti a quella comunità che vantava un’antica Chiesa risalente al XIII-XIV secolo. A Case troviamo nel 1485 riunita una vicinia per dirimere un contrasto col pittore incaricato di affrescare la Chiesa. Nel 1520 Case risulta dipendente dalla parrocchia di San Giovanni.
Nel 1750, la Chiesa ha urgente bisogno di restauro e la vicinia delibera il ripristino e successivamente il Patriarca Daniele Delfino, il 17 Luglio 1753, delega il Vicario foraneo e parroco di San Giovanni, Sebastiano Comoretti, a benedire, con il rituale romano, la riedificata chiesa. Altri lavori e nuova consacrazione la troviamo nel 1850. Il battistero in pietra porta la data del 1506 e nel 1800, nella casa accanto alla chiesa, troviamo residenti i vari cappellani, mentre già ai primi del 1900 il parroco di San Giovanni, don Gerardo Merluzzi, annota nel libro storico: «Case di Manzano è antica filiale della Parrocchia, si compone di tre gruppi di case: uno in basso, uno vicino alla Chiesa e una ventina di famiglie sparse su per le colline, in tutto 383 abitanti. Anche quel paese è sprovvisto di sacerdote. Il Parroco si porta la quarta del mese, la domenica susseguente alla festa di S. Tomaso Apostolo, titolare ed il giorno di Santa Eurosia che si celebra la seconda di luglio. Nelle domeniche il cappellano di Manzano celebra la prima Messa. Per i loro doveri si servono della chiesa di Manzano, di Rosazzo, di Oleis».
Con la realizzazione del ponte sul fiume Natisone, Case sentiva il desiderio di separarsi da San Giovanni; i capifamiglia formularoo numerose e ripetute istanze, affinché la loro chiesa soggetta alla chiesa parrocchiale di San Giovanni venga smembrata e unita alla parrocchia di Manzano. Con decreto arcivescovile del 28 aprile 1925, si stabilisce il trasferimento di Case alla parrocchia di Manzano. Il parroco di San Giovanni annota che la parrocchia viene a perdere la più antica filiale, il parroco di Manzano si premura di trascrivere la delibera ed inizia a celebrare la Santa Messa ogni seconda domenica del mese, mentre negli altri giorni festivi le funzioni vengono officiate dal cappellano. Dal 1949, troviamo cappellano don Mario Meroi.
Il desiderio di affermazione del proprio paese, della propria chiesa era l’aspirazione dei fedeli di Case che il 13 giugno 1964, con decreto arcivescovile, vedono realizzato il loro scopo con l’erezione di Case in Parrocchia indipendente, riconosciuta civilmente con decreto del Presidente della Repubblica del 25 gennaio 1965. Il 7 ottobre 1964, il già cappellano don Mario Meroi, prende possesso della parrocchia dalle mani del delegato arcivescovile, monsignor Giovanni Maria Colautti, vicario Foraneo di Rosazzo. La popolazione di Case accoglie con gioia la nomina e il parroco di Manzano, nel libro storico della Parrocchia di Manzano per il 1965, scrive: «Coll’ultimo dell’anno la filiale delle Case costituita in parrocchia si è definitivamente staccata da Manzano, con la partenza del cappellano don Mario Meroi che si è trasferito alle Case, essendo intanto nominato “Economo Spirituale”».
Don Mario guiderà la Parrocchia fino alla sua scomparsa, avvenuta il 4 Luglio 2002, e sarà ricordato dai suoi parrocchiani per il suo spirito volitivo, per la sua missione spirituale e religiosa, sempre puntuale e attento ad ogni necessità per il coinvolgimento della parrocchia nelle numerose iniziative di carità pastorale, per la sua bontà d’animo, per l’amore verso tutti i parrocchiani – tacciati con vocaboli tutti suoi – per il vuoto che ha lasciato dopo averli accompagnati e assistiti per 53 anni, 15 come cappellano e poi 38 da parroco ed aver assistito alla trasformazione sociale, economica e demografica del paese. Paese che oggi, in un clima di gioia festosa, rivive con ricordi e avvenimenti questi 50 anni trascorsi, con don Nino Rivetti che condivide questa Parrocchia assieme alle altre quattro del manzanese.