“Crea in me, o Dio, un cuore puro: il perdono di Dio, speranza dell’uomo”: messaggio per la Quaresima 2014

Cari fratelli e sorelle,

nel suo messaggio per la Quaresima di quest’anno, Papa Francesco ci dice: «Il cristiano ė chiamato a portare in ogni ambiente l’annuncio liberante che esiste il perdono del male commesso, che Dio è più grande del nostro peccato. Il Signore ci invita ad essere annunciatori gioiosi di questo messaggio di misericordia e di speranza».
 
Nella mia Lettera pastorale «Cristo, nostra speranza», ho quasi fatto eco alle parole del Papa ricordando a tutti: «Quale speranza più grande che sentirsi liberi dalla prigione dell’egoismo e da quella più dura dell’orgoglio e fare esperienza di un cuore che si allarga sempre più nell’amore! Quale speranza più grande di sentire in noi la libertà di mettere tutta la vita e per sempre nelle mani di Gesù per essere piccoli segni del suo amore per la Chiesa e per tanti suoi e nostri fratelli! » (n. 35).
 
La possibilità di incontrare il perdono per il male che abbiamo commesso è veramente il messaggio di speranza che Gesù ha portato agli uomini.
 
 

Chiediamo la grazia di “avere un cuore puro”

 
Il salmo 50 esprime questa speranza con una intensa invocazione: «Crea in me, o Dio, un cuore puro!».
 
«Avere un cuore puro»: è il grande desiderio di quel credente che ha scritto questo straordinario salmo. Egli aveva fatto esperienza di quanto il peccato gli avesse rovinato il cuore che non era più puro, ma intossicato da sentimenti e bisogno di male. Aveva fatto, anche, esperienza di quanto il suo cuore poco puro avesse fatto del male alle persone che gli erano vicine.
 
Nella Quaresima dell’Anno della speranza, chiedo per me e per tutti voi, fratelli e sorelle, la grazia di sentire profondamente il desiderio di «avere un cuore puro». Il Signore ci aiuti a convincerci che la dignità più grande per un uomo sta nella qualità del suo cuore e la speranza di coloro che ci stanno vicino è quella di trovare in noi un cuore puro.
 
Gesù stesso ha descritto la purezza del cuore nella parabola del Buon Samaritano che Papa Francesco cita nel suo messaggio quaresimale. Ha dichiarato “beati” i puri di cuore; coloro, cioè, che trovano la loro felicità nel vivere l’amore di compassione, di tenerezza, di condivisione. Sulla croce, nel petto trapassato dalla lancia del soldato, ha mostrato a tutto il mondo il suo Cuore puro, pieno di sconfinata fiducia in Dio Padre e di compassione per gli uomini.
 
Dalla croce ha donato a noi, Maria, perché avessimo vicino una Madre col cuore immacolato e imparassimo anche da lei la purezza del cuore.A differenza di Maria, però, noi dobbiamo sempre implorare: “Crea in me, o Dio, un cuore puro!”. Per essere puro, infatti, il nostro cuore ha bisogno di essere sempre purificato dal perdono di Gesù.
 
 

Accostiamoci al Sacramento della Riconciliazione

 
Faccio mio, allora, l’invito che Papa Francesco più volte ha fatto di non stancarci di riconoscere i nostri peccati e affidarci al perdono misericordioso del Signore. Dio non si stanca mai di accoglierci anche se per anni e anni torniamo a presentargli le stesse miserie e debolezze. Siamo noi che rischiamo di stancarci di confessare i peccati e di invocare il suo perdono. Quando ci stanchiamo di riconoscere i peccati e di chiedere al Signore Gesù di essere purificati nel cuore, significa che ci siamo rassegnati ad avere un cuore poco puro, inquinato dai vizi capitali.
 
Purtroppo questa rassegnazione è diffusa e un segno è la poca frequenza al sacramento del perdono che Gesù ha voluto nella Chiesa.
 
Prendiamoci l’impegno quaresimale di accostarci, almeno una volta prima di Pasqua, al sacramento della Riconciliazione per confessare i nostri peccati e invocare da Gesù il perdono e il suo Spirito Santo che purifica il nostro cuore.
 
Invito i sacerdoti ad essere il più disponibili possibile per accogliere i penitenti che desiderano confessare i loro peccati nel sacramento della Riconciliazione. Ringrazio Dio per i nostri santuari mariani, vere oasi della consolazione e della misericordia. Chi li frequenta può trovare sempre un confessore disponibile a farsi mediatore della compassione di Gesù donando il Suo Perdono. So che in città e nella diocesi ci sono altre chiese in cui viene assicurata ai penitenti la possibilità di accostarsi al sacramento del Perdono.
 
Per questo incoraggio tutti i sacerdoti, diocesani e religiosi, a perseverare in questo straordinario ministero che, grazie all’ordinazione sacra, hanno ricevuto il potere di esercitare. Ai miei confratelli nel sacerdozio rivolgo, in questo Messaggio quaresimale,  una parola particolare: «Come sugli apostoli, anche su di noi Gesù risorto ha soffiato il suo Santo Spirito e ci ha investiti della sua stessa missione di misericordia: “Ricevete lo Spirito Santo. A chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete non saranno rimessi”. Vi ricordo, inoltre, che c’è bisogno anche di frequenti catechesi sull’importanza del sacramento della Riconciliazione, su come viverlo, su come prepararsi, sulla gioia della conversione. Portiamo in ogni ambiente, come invita Papa Francesco, “l’annuncio liberante che esiste il perdono del male commesso, che Dio è più grande del nostro peccato e ci ama gratuitamente, sempre, e che siamo fatti per la comunione e per la vita eterna”. Insegniamo ai nostri cristiani a ripetere la preghiera del penitente del salmo 50: “Crea in me, o Dio, un cuore puro”. Li guideremo sulla strada della vera speranza, la strada della purezza di cuore».
 
Dai cuori purificati sgorgano i sentimenti del Cuore di Gesù e di Maria: la pazienza, la compassione, la delicatezza, il perdono, il rispetto della dignità di ogni persona. Quanto ha bisogno questa società di cuori puri che sappiano contrastare le tendenze diaboliche che vogliono erodere sempre più a fondo la dignità della persona, senza risparmiare, ormai, neppure i bambini!
 
Prego per me e per voi, cari fratelli e sorelle, perché alla fine della nostra esistenza terrena possiamo sentirci dire: “Beato, perché sei puro di cuore”.
05-03-2014