Sul Lussari, in preghiera per l’Europa dei popoli

Si è tenuta sabato 25 luglio la Santa Messa sul Monte Lussari in occasione dei 660 anni di fondazione, a concelebrarla i vescovi di Udine, Lubiana, Capodistria e Gurt-Klagenfurt. Mons. Mazzocato ha invocato l'intercessione di Maria per l'unità della Chiesa e affidato a lei amministratori e politici «che in questo momento sono chiamati a governare i destini dei loro popoli. Tocca a loro difendere e potenziare il grande progetto di un’Europa unita come una sinfonia di tradizioni e culture diverse irrorate dall’unica linfa vitale che è il Vangelo di Gesù

«Invochiamo, prima di tutto, l’intercessione della Madre dell’unità sulle Chiese e le comunità cristiane radicate dentro i popoli europei». Così l’arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, nell’omelia pronunciata oggi, sabato 25 luglio, in occasione dei 660 anni di fondazione del Santuario mariano del Monte Lussari. Insieme a lui i suoi omologhi di Lubiana, mons. Stanislav Zore, Capodistria, mons. Jurij  Bizjak, e Gurk-Klagenfurt, mons. Josef  Marketz: «I Vescovi che concelebrano questa S.anta Messa – ha infatti continuato – ne rappresentano già quattro di grande tradizione. Ma tante altre Chiese cattoliche formano una grande rete di fede e di comunione sul territorio europeo. Ad essere si aggiungono le Chiese ortodosse e le comunità cristiane nate dalla Riforma. “Siano una cosa sola perché il mondo creda”, pregò Gesù prima di entrare in agonia nell’orto del Getzemani. Se le Chiese e le comunità cristiane, che si riconoscono nell’unica fede in Gesù e nell’unica devozione a Maria, cresceranno nella comunione tra di loro, esse saranno una sorgente feconda di unità per tutta l’Europa del terzo millennio».  

E all’intercessione di Maria, il presule ha affidato anche «i politici e gli amministratori che in questo momento sono chiamati a governare i destini dei loro popoli». «Tocca a loro – ha spiegato – difendere e potenziare il grande progetto di un’Europa unita come una sinfonia di tradizioni e culture diverse irrorate dall’unica linfa vitale che è il Vangelo di Gesù. Quando questa linfa viene meno, cominciano a scorrere liquidi tossici che infettano la società fino a corrompere anche le leggi che dovrebbero salvaguardare il bene comune. Purtroppo non possiamo non constatare che questa intossicazione delle menti, dei cuori e delle coscienze è in atto con segni preoccupanti. Pensiamo all’offuscamento del senso della dignità della persona dal suo concepimento alla sua morte fisica, a certi stravolgimenti del significato della famiglia, alla miopia nel vedere i bisogni dei più deboli, degli “scarti” secondo il linguaggio di Papa Francesco».

Qui il testo integrale dell’omelia.

Segui l'Arcidiocesi di Udine sui social

Facebooktwitterrssyoutube

Vuoi condividere questo articolo?

Facebooktwittermail