«Perseveranti e concordi nella preghiera con Maria»: la nuova Lettera pastorale dell’Arcivescovo che esorta a un rinnovato slancio missionario

«Perseveranti e concordi nella preghiera con Maria (At 1,14). La Chiesa di Udine in missione accompagnata dalla Madre»: è il titolo della nuova Lettera pastorale che l’Arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, ha consegnato ieri, venerdì 8 settembre, ai fedeli giunti a Castelmonte in occasione del 42° pellegrinaggio diocesano (leggi qui l’omelia e qui scarica la Lettera pastorale).

 

Una scelta naturale quella di consegnare la Lettera pastorale proprio in concomitanza con il tradizionale e sentito pellegrinaggio a Madone di Mont, dal momento che il nuovo Anno pastorale sarà caratterizzato da un particolare affidamento a Maria della Chiesa diocesana che si appresta ad avviare ufficialmente il progetto delle Collaborazioni pastorali. Scrive infatti l’Arcivescovo: «In questi anni ho visto e continuo a vedere in tanti cristiani sentimenti intensi di amore e di devozione verso la Madonna. Incoraggiato dal loro esempio, ho pensato che potesse essere una grazia invitare tutta la Diocesi a dedicare una particolare attenzione a Maria durante tutto l’Anno pastorale 2017-18. Sarà l’anno in cui ci proponiamo di avviare ufficialmente il progetto diocesano. Vogliamo fare questo passo sentendoci accompagnati dalla madre che Gesù, dalla croce, ha consegnato a noi e ha affidato noi a lei. […] Riscopriamola come sorella nella fede che ci conduce a Gesù e come madre che intercede presso di lui. A lei, in particolare, affidiamo le famiglie, i giovani e tutta la Chiesa diocesana»

 

Cuore della Lettera pastorale dell’Arcivescovo gli obiettivi sottesi al progetto diocesano: un nuovo slancio missionario della Chiesa udinese e una comunione rafforzata. Si legge infatti: «Come per gli undici apostoli e le donne riuniti nel cenacolo, anche per noi cristiani di Udine è tempo di missione. Se vogliamo riuscire a trasmettere ancora la nostra fede dobbiamo, come invita Papa Francesco, affrontare “un cammino di conversione pastorale e missionaria che non può lasciare le cose come stanno”; essere più convinti e più convincenti. Come ho appena detto, questo è il vero obiettivo di tutto il progetto diocesano che tornavo a ricordare anche nell’omelia pronunciata martedì 11 luglio 2017 durante i Primi Vespri dei Santi Patroni: Con le collaborazioni pastorali non miriamo, prima di tutto, a razionalizzare le forze ed essere più efficienti. Desideriamo, invece, far crescere la comunione e la collaborazione tra parrocchie perché sia più vivo tra di noi l’amore di Cristo. Desideriamo creare le condizioni migliori perché questo amore rigeneri la nostra Chiesa che è il Corpo stesso di Cristo composto di tante membra che sono a servizio le une delle altre. Desideriamo che tra persone e tra comunità, nella collaborazione non si alzino muri ma si gettino ponti. In questo modo saremo una Chiesa più credibile e missionaria che attira tante persone le quali soffrono per il tarlo della solitudine e sono bisognose di una famiglia di fratelli che respirano l’amore di Cristo”». E ancora: «Nelle nuove collaborazioni pastorali desideriamo vivere la legge del dono reciproco tra persone e tra comunità con quella gioia che solo Gesù dona e che diventa contagiosa verso chi non conosce più la fede e la speranza».

 

Quattro i punti poi sviluppati, in altrettanti brevi capitoli, nella Lettera pastorale dall’Arcivescovo:

 

1. Da Maria a Gesù.

2. L’affidamento a Maria dellele Famiglie, dei giovani e della Chiesa diocesana.

3. Alcune indicazioni pastorali.

4. La preghiera a Maria per il progetto diocesano.

 

Centrale, dunque, in questo itinerario la figura di Maria di cui l’Arcivescovo richiama in modo particolare due immagini. La prima che rimanda alla nascente Chiesa di Cristo, quando gli undici apostoli, dopo aver partecipato all’ascensione di Gesù al cielo, si riunirono attorno a Maria con alcune donne e alcuni parenti di lui. Il testo – scrive mons. Mazzoccato – «precisa che in mezzo a loro c’era Maria, la madre di Gesù che condivideva le loro giornate e li aiutava ad essere “concordi e perseveranti nella preghiera”. […] In questo testo degli Atti degli Apostoli mi è sembrato di trovare l’icona biblica dalla quale possiamo prendere ispirazione anche noi. Come per gli undici apostoli e le donne riuniti nel cenacolo, anche per noi cristiani di Udine è tempo di missione». L’Arcivescovo offre poi una riflessione a partire all’icona della Theotokos di Vladimir, città da cui prese il nome. Essa rappresenta Maria Madre di Dio ed è nota anche come Madonna della Tenerezza.

 

Forte poi il riferimento alle famiglie e ai giovani. Mons. Mazzocato sottolinea, infatti, come le famiglie siano «la lampada accesa che diffonde una luce di speranza in una società che sta perdendo la speranza che sia possibile tra una donna e un uomo amarsi per sempre e in questo amore fedele creare lo spazio vitale per generare figli». Dunque l’affidamento in modo particolare a Maria delle situazioni familiari più difficili: quelle «segnate dalla malattia o toccate dalla morte di uno dei loro componenti, magari di un figlio. La fatica e il dolore, che si trovano ad affrontare, più volte fa sentire maggiormente il senso della solitudine» e quelle «dove si sono create ferite e rotture difficili da guarire».

 

Rispetto ai giovani l’Arcivescovo ha ricordato la scelta di Papa Francesco di dedicare loro il prossimo sinodo dei Vescovi che avrà per titolo «I giovani, la fede e il discernimento vocazionale» esortando a «non temere di annunciare loro Gesù, di introdurli all’incontro di fede con lui e di invitarli ad interrogarsi in quale vocazione si sentono chiamati a spendere esistenza, affetti, talenti ricevuti». E prosegue: «Oltre alla fede e alla risposta alla vocazione, desidero mostrare ai giovani anche un’altra grande virtù di Maria: la virtù della castità».

 

Oltre che con alcune indicazioni pastorali mons. Mazzocato chiude la lettera pastorale con la preghiera di affidamento a Maria.

 

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