A Udine Michele Cassesse e il suo libro su Martin Lutero e il percorso storico-teologico della riforma

Appuntamento mercoledì 28 novembre alle ore 18 al Centro culturale Paolino d'Aquileia nell'ambito degli «Incontri» della Biblioteca «Bertolla» del Seminario di Udine, don Loris Della Pietra, direttore dell'Ufficio liturgico diocesano dialogherà con l'autore sul libro «Martin Lutero e la sua riforma liturgica. Il percorso storico-teologico di un culto rinnovato»

Il volume «Martin Lutero e la sua riforma liturgica. Il percorso storico-teologico di un culto rinnovato», di Michele Cassese (Quaderni di Studi ecumenici, 35, ISE Venezia, 2017), sarà presentato, mercoledì 28 novembre alle 18, nella sala Paolo Diacono in via Treppo a Udine, nell’ambito degli «Incontri» della biblioteca «Bertolla» del Seminario di Udine. Relatore sarà don Loris Della Pietra, direttore dell’Ufficio Liturgico diocesano. Sarà presente l’autore. Il Quartetto Hassler, diretto da Roberto Frisano, eseguirà corali di M. Praetorius, C. Goudimel, M. Luther, H. Schüz.

Michele Cassese, originario di Napoli, ma trapiantato da anni a Gorizia, è tra i migliori conoscitori italiani della Riforma.

Per saperne di più riportiamo di seguito l’articolo a firma di don Loris Della Pietra pubblicato sull’edizione del 21 novembre del settimanale diocesano «La Vita cattolica».

 

Lutero, il primato della predicazione e il rischio del soggettivismo religioso

 

Nell’ambito degli studi sul movimento riformatore di Martin Lutero, del quale l’anno scorso si sono ricordati gli inizi, poco si legge sulle conseguenze liturgiche di tale vicenda. In realtà, Lutero ha dedicato uno sforzo notevole all’ambito della preghiera liturgica evidentemente ritenendola essenziale alla vita delle nuove comunità che nascevano dalla sua impresa. Proprio all’organizzazione cultuale nel contesto della riforma luterana è dedicato uno studio recente di Michele Cassese, docente di storia del protestantesimo e di spiritualità ecumenica presso l’Istituto di Studi Ecumenici «S. Bernardino» di Venezia. Lo studioso goriziano affronta la vicenda del rinnovamento del culto nel protestantesimo innanzitutto mettendo in luce il quadro storico-religioso entro il quale si è mossa l’attività di Lutero e la sua opera riformatrice. Si tratta della cristianità quattro-cinquecentesca segnata da una forte presenza della Chiesa e della dimensione religiosa nel tessuto sociale e culturale e dall’incontro tra lo sguardo ottimista sull’uomo e sulla storia di marca umanistica e la pietà popolare, marcatamente individualistica, caratterizzata dall’angoscia per la salvezza dell’uomo. La situazione di alcuni membri del clero, al limite della moralità, e il venir meno della dimensione pastorale nei vescovi e nei preti a vantaggio di interessi economici e del prestigio, motiverà un forte distacco tra la gerarchia e il popolo. Non a caso da almeno un secolo, senza contare gli episodi di Francesco d’Assisi e di Pietro Valdo, si leveranno pressanti richieste di riforma nel tessuto ecclesiale, sia per quanto riguarda i costumi, sia per quanto concerne il ritorno ad una spiritualità più evangelica. Su questa linea, la decadenza nella prassi cultuale, una sempre più diffusa concezione della Messa in termini «mercantili» e il desiderio di ritornare ad un rapporto di fede personale, dal quale far dipendere l’efficacia del sacramento, inducono Lutero a intraprendere la sua opera di rinnovamento anche in questo campo. L’intervento di Lutero in materia liturgico-sacramentaria, dunque, non è altro rispetto alla sua Riforma, ma ne è parte rilevante, dal momento che «senza sacramenti non vi possono essere cristiani». Lo studio del prof. Cassese evidenzia gli obiettivi e i fondamenti teologici dell’azione di Lutero dentro le attese riformatrici dell’epoca: egli non intende la Riforma come mera riorganizzazione delle istituzioni e neppure come semplice riproposta della morale cristiana, ma vuole far ripartire il cammino della comunità dei credenti dall’annuncio evangelico e dalla trasmissione della Parola. Dall’ascolto, infatti, trae origine e vitalità la fede.
Di conseguenza, i mutamenti da lui introdotti in campo cultuale, e in modo particolare in ambito eucaristico, e la fiducia attribuita alla predicazione, quale centro del culto, sono finalizzati a mettere in risalto la chiamata dell’uomo alla fede da parte di Dio e la risposta fiduciosa dell’uomo. Anche alcune iniziative pastorali di successo come l’opera imponente di traduzione della Bibbia in tedesco, la compilazione dei catechismi e la composizione dei corali perseguivano l’ideale di una formazione cristiana che potesse condurre ad una appropriazione matura della fede.
È chiaro che una riflessione obiettiva sulle riforme cultuali di Lutero impone una lettura attenta alla teologia sacramentaria che vi soggiace. Infatti, il passaggio radicale dalla centralità dei sacramenti al primato della Parola, se ha consentito un indubbio progresso per quanto riguarda la predicazione sui testi scritturistici, ha inevitabilmente promosso un soggettivismo religioso che fa dipendere l’efficacia del sacramento dalla fede del soggetto. L’accento posto sull’interiorità del credente e sull’adesione di fede quale dono personale di Dio non tiene adeguatamente conto del valore della mediazione rituale, ineludibile nell’esperienza liturgica.

Al di là dei singoli eventi, rileggere questa pagina di storia significa cogliere alcuni nodi tuttora rilevanti nella prassi sacramentale e che la vicenda di Lutero ha fortemente messo in risalto: il rapporto tra fede e sacramenti, la dialettica tra interiorità ed esteriorità, il ruolo del soggetto e la singolare mediazione dell’azione simbolico-rituale, il problema della lingua tra esigenze di comprensione e partecipazione, l’Eucaristia quale sacrificio in forma di convito.
Nodi che il dialogo ecumenico non può trascurare poiché si tratta di temi che hanno attraversato la riflessione teologica sia in ambito riformato che nella Chiesa cattolica e che il riformatore di Wittemberg ha affrontato con gli strumenti che gli venivano dalla cultura teologica e spirituale del suo tempo.

Loris Della Pietra

Segui l'Arcidiocesi di Udine sui social

Facebooktwitterrssyoutube

Vuoi condividere questo articolo?

Facebooktwittermail