L’ultimo abbraccio della Chiesa friulana a mons. Pietro Brollo

Folla commossa di fedeli per l’ultimo saluto, sabato 7 dicembre, a mons. Pietro Brollo, vescovo emerito di Udine. Numerosi i confratelli vescovi della Conferenza episcopale del Nordest e le autorità civili e militari. L'Arcivescovo mons. Mazzocato: «Significativo il suo promuovere una pastorale di comunione con attenzione particolare alla presenza attiva e ministeriale dei laici». Mons. Renato Marangoni, vescovo di Belluno-Feltre: «Il ricordo che ho raccolto da tanti fedeli sembra sgorgare dai suoi occhi occhi lucenti, istantanei, celestiali, capaci di incidere bontà e compartecipazione e dall’impressione di quel volto contenuto che liberava la bellezza di un sorriso invitante e ospitale». Mons. Francesco Moraglia, patriarca di Venezia: «Nell’anima portava le radici della sua splendida terra: la Carnia»

In una Cattedrale gremita di fedeli e sacerdoti, sabato 7 dicembre, la Chiesa udinese ha dato – in un clima denso di profondo affetto e di sincera riconoscenza –, l’ultimo saluto a mons. Pietro Brollo, arcivescovo emerito di Udine, spirato nella notte tra mercoledì 4 e giovedì 5 dicembre, all’età di 86 anni (qui la notizia e il profilo).

Nella sua omelia (qui il testo integrale) l’arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, ha sottolineato il grande  impegno di mons. Brollo, durante il suo episcopato, a «promuovere una pastorale di comunione con attenzione particolare alla presenza attiva e ministeriale dei laici», temi rispetto ai quali dedicò per altro i principali documenti del suo magistero. «Da vescovo di Udine – ha proseguito – percorse in modo instancabile il territorio della diocesi che gli era stata assegnata. È rimasta nella memoria la sua presenza nelle varie comunità grandi e piccole o per celebrare il sacramento della cresima o altre occasioni di incontro con i sacerdoti e i laici». E nel tratteggiare il ricordo di mons. Brollo, Mazzocato ha evidenziato come tra le persone portasse «il suo sorriso genuino e semplice che rivelava un animo gentile e  delicato e un velo di umiltà che rendeva facile il rapporto con lui anche alle persone più semplici». «Confesso – ha aggiunto – che ha colpito subito anche me  il suo modo di rapportarsi nobile e rispettoso».

Non è mancata poi nelle parole dell’Arcivescovo la grande riconoscenza nei confronti dei familiari di mons. Brollo: «Negli ultimi tempi, ha attraversato una crescente e faticosa debolezza del suo corpo che lo ha portato alla morte, accudito e sostenuto da persone che con affetto gli sono state vicine. Ad esse va il nostro profondo ringraziamento: a Pia, sorella non solo di sangue, ma anche spirituale, agli altri fratelli e sorelle, ai confratelli sacerdoti, ai medici e ai tanti amici».

Numerosi i confratelli vescovi della Conferenza Episcopale del Nordest che hanno voluto essere presenti alla celebrazione delle esequie: mons. Giuseppe Pellegrini, vescovo di Concordia-Pordenone; mons. Carlo Roberto Maria Redaelli, arcivescovo di Gorizia; mons. Claudio Cipolla, vescovo di Padova; mons. Michele Tomasi, vescovo di Treviso; mons. Renato Marangoni, vescovo di Belluno-Feltre; mons. Pierantonio Pavanello, vescovo di Adria-Rovigo e mons. Corrado Pizzolo, vescovo di Vittorio Veneto.

Impossibilitato a partecipare il patriarca di Venezia e presidente della Conferenza Episcopale del Nordest, mons. Francesco Moraglia, ha inviato un messaggio di cui è stata data lettura durante la celebrazione e nel quale ha messo in luce come «l’anima riservata e lo stile pacato hanno contraddistinto, in ogni circostanza, il Vescovo Pietro; la nobiltà del tratto – umano e sacerdotale – era il suo biglietto da visita». «Nell’anima portava le radici della sua splendida terra: la Carnia. Per queste caratteristiche, oltreché per la sua profonda fede, fu molto apprezzato e amato».

Emozionanti le parole del vescovo di Belluno-Feltre, mons. Renato Marangoni, che nel ricordare il uso predecessore, ha spiegato: «Divenne missionario tra le mille strade tortuose delle vallate e dei passi dolomitici per suscitare sete e fame di comunione». E raccontando le testimonianze raccolte tra i suoi fedeli ha concluso: «In questi giorni, in particolare da quando è iniziata una preghiera tutta particolare – direi “preghiera del cuore” – per accompagnare questo ultimo tratto di cammino del vescovo Pietro, ho raccolto tante e tante confidenze dalla gente e dai nostri preti. Mi sembrava sgorgassero dal ricordo dei suoi occhi lucenti, istantanei, celestiali, capaci di incidere bontà e compartecipazione e dall’impressione di quel volto contenuto che liberava la bellezza di un sorriso invitante e ospitale. Mi hanno colpito queste confidenze: erano tutte a esprimere la più disarmante e la più divina riconoscenza: “Il Vescovo Pietro mi ha voluto bene!”».

Numerose anche le autorità civili e militari presenti, tra queste il vicegovernatore della Regione Friuli Venezia Giulia, Riccardo Riccardi, i consiglieri regionali Di Bert e Iacop, il sindaco di Udine, Pietro Fontanini, il prefetto, Angelo Ciuni, la questora, Manuela De Bernardin. Tra i sindaci naturalmente il primo cittadino di Tolmezzo, Francesco Brollo, nipote di mons. Brollo, il sindaco di Ampezzo, Michele Benedetti e il sindaco di Gemona, Roberto Revelant. Presenti anche il rettore dell’Università di Udine, Roberto Pinton e il presidente dell’Ente Friuli nel mondo, Adriano Luci. Significativa anche la partecipazione dal vicino Veneto, a partire dal presidente della Provincia di Belluno fino al sindaco di Lorenzago.

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