L’Arcivescovo a Castelmonte: «Come Maria facciamoci missionari»

Nonostante la pioggia torrenziale si è tenuto, domenica 8 settembre, come da tradizione, il pellegrinaggio diocesano a Castelmonte. Mons. Mazzocato ha inoltre annunciato ai fedeli la sua Lettera pastorale che ha come titolo «”Andate e fate discepoli tutti i popoli”. La gioia di essere missionari del Vangelo» e che invita ad essere testimoni della nostra fede convinti e gioiosi.

La pioggia torrenziale non ha fermato i tanti fedeli che hanno voluto comunque salire a piedi da Carraria al santuario mariano di Castelmonte, rinnovando la più che quarantennale tradizione del pellegrinaggio diocesano a Madone di Mont. Anche quest’anno il segno particolare del cammino è stato l’affidamento a Maria del progetto diocesano delle Collaborazioni pastorali.  «Alle intenzioni personali che ognuno ha portato a Castelmonte – ha infatti esortato nell’omelia l’Arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato – , aggiungiamo ancora una volta e senza stancarci la preghiera per la nostra Chiesa diocesana. Stiamo iniziando un nuovo anno pastorale durante il quale abbiamo intenzione di proseguire nell’attuazione del Progetto diocesano, dando vita alle Collaborazioni pastorali e chiamando a raccolta i sacerdoti, i diaconi, i religiosi/e e i tanti bravi laici che si rendono disponibili a collaborare negli “organismi di partecipazione”. Più andiamo avanti nel cammino e più mi rendo conto che abbiamo imboccato una strada coraggiosa che ci fa scoprire tante belle ricchezze umane e di fede che ci sono nelle nostre comunità e, insieme, ci fa toccare con mano anche le non poche povertà e fatiche. Siamo, però, convinti e decisi a continuare il cammino con rinnovata speranza perché ci sembra che stiamo seguendo la direzione indicata dallo Spirito Santo e perché ci sentiamo accompagnati da vicino da Maria che veramente tanti cristiani friulani amano e pregano».

«All’inizio di quest’anno pastorale guardiamo a Lei, in particolare, come grande esempio di donna missionaria da imitare – ha aggiunto il presule –. Ho appena ricordato la sua prima azione missionaria quando corre da Elisabetta per cantare l’annuncio: “Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e santo è il suo Nome, ha soccorso Israele suo servo ricordandosi della sua misericordia”Maria non parla ma canta perché le esplode in cuore la gioia di condividere la lieta notizia che Dio salvatore ha preso possesso della sua vita col concepimento di Gesù. Canta il Vangelo e non solo alla cugina, ma anche a tutte quelle “generazioni che la diranno beata”La Vergine ci mostra, così, il sentimento che deve abitare il cuore di chi vuol essere missionario del Vangelo: il sentimento della gioia. Gli apostoli e i missionari cristiani portano la più grande e lieta notizia che si sia diffusa sulla terra; per questo non possono che offrirla a tutti con grande gioia, una gioia contagiosa». 

Mons. Mazzocato ha inoltre annunciato ai fedeli la sua Lettera pastorale che ha come titolo «”Andate e fate discepoli tutti i popoli”. La gioia di essere missionari del Vangelo» e che invita ad essere testimoni della nostra fede convinti e gioiosi.

«Papa Francesco – ha dunque aggiunto mons. Mazzocato – ha sottolineato la gioia della missione intitolando la sua Esortazione apostolica sull’annuncio del Vangelo nel mondo attuale: “Evangelii gaudium”, “la gioia del Vangelo”. E aggiunge: “Gesù promette ai discepoli: “Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia”. E insiste: “Vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia”» (n. 5).  Il nostro Progetto diocesano ha un’anima missionaria; vuole, cioè, essere una via per trasmettere il Vangelo e la nostra fede in Gesù a tutti coloro che vivono sul territorio friulano. Durante quest’anno pastorale invito tutti a nutrire in se stessi quest’anima missionaria. Ci saranno di aiuto sia la mia Lettera pastorale che le schede bibliche sul Vangelo di Matteo che abbiamo preparato. Un segno distintivo che siamo una Chiesa missionaria sarà la gioia di vivere e testimoniare la nostra fede perché altri entrino nella stessa gioia». 

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