Prendendo spunto dal brano del Vangelo che racconta l’irruzione dell’angelo nella vita di Zaccaria, con l’annuncio che avrà un figlio – Giovanni il Battista – dall’anziana moglie Elisabetta che tutti credevano già sterile, mons. Mazzocato ha sottolineato come Zaccaria «entra da solo nel tempio a pregare e a offrire l’incenso a Dio. Nel messaggio che ho scritto per il Natale, invito a vivere questi giorni come un’oasi spirituale. Occasione per trovare spazi di silenzio, di preghiera, di raccoglimento».
Questo è il vero senso del Natale: «Attorno alla culla di Gesù c’è adorazione; l’angelo appare a Zaccaria mentre è nel Tempio in silenzio e preghiera; l’angelo appare poi a Maria mentre era in preghiera nella sua casa. A tutti noi dico: questa è la strada. Abbiamo bisogno di oasi per ritrovare la nostra anima. È la condizione per cogliere la Parola del Signore per la nostra vita e ritrovare le energie perdute. Altrimenti viviamo sempre fuori di noi stessi e diventa molto più difficile capire cosa il Signore ci suggerisce per la nostra esistenza e avere le energie per viverlo».
Certo, ha ammesso l’Arcivescovo, «sperimentare questa spiritualità fatta di silenzio e preghiera per molti è difficile: tanti pensano che sia inutile; altri dopo due minuti di silenzio sarebbero presi subito dal nervosismo e accenderebbero la televisione, la radio o si metterebbero a fare qualcosa. Ma l’uomo che sta lontano da se stesso, un po’ alla volta si sfinisce, non capisce più bene quali sono i passi da fare che gli illumina il Signore».
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