21 novembre 2010

Il lievito e il buon pane

Lettera ai catechisti e agli animatori

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il lievito e il pane buono Ho pensato di rivo[genni a voi con questa lettera per iniziare un diawgo tra l’Arcivescovo, primo catechista nella Chiesa che il Signore gli ha affidato, e tutti voi, che insieme con i genitori e con i sacerdoti condividete
l’esaltante e delicato compito di trasmettere la fede e formare le coscienze cristiane dei nostri bambini, preadolescenti, adolescenti, giovani e adulti.
 
Vi propongo di meditare una semplice ed efficace immagine evangelica: “Un’altra parabofa disse loro: “Il regno dei cieli si può paragonare al lievito, che una donna ha preso e impastato con tre misure di farina, perché tutta si fermenti” (Mt 13,33).
Che vuol dire ciò per dei catechisti? Significa che la farina dell’umanità dei nostri piccoli diventa pane fragrante grazie al lievito che è il Signore Gesù. 
 
Si tratta di voler mettere Gesù nel cuore dei ragazzi, perché si impasti irreversibilmente con gli affetti, le convinzioni, le decisioni e i gesti di chi stiamo educando nella fede.
Dunque, per rinnovare la catechesi e la sua efficacia, il punto di partenza è essere disposti a rinnovare la nostra fede personale.
Siate dunque catechisti che hanno conoscenza ed esperienza di Cristo.
 
Cari catechisti e animatori, guardate con occhi attenti, amorevoli e incoraggianti i bambini, i ragazzi e i giovani che vi sono affidati.
 
Con lo stesso occhio guardiamo anche agli adulti che li hanno generati: laddove non ci sembra di scorgere una fede viva e solida, soffiamo sulle braci perché talvolta basta poco per far divampare nuovamente il fuoco … ».
 
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