Sarà celebrata sabato 25 luglio alle 11, in cima al Monte Lussari la Santa Messa per ricordare i 660 anni di fondazione del santuario mariano. Concelebrerà l’arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, insieme ai suoi omologhi di Lubiana, mons. Stanislav Zore, Capodistria, mons. Jurij Bizjak, e Gurk-Klagenfurt, mons. Josef Marketz.
Rivolgendosi ai sacerdoti friulani, mons. Mazzocato ha definito questa occasione come «propizia per una preghiera di ringraziamento a Dio e all’intercessione della Vergine per il superamento della pandemia»
Si può raggiungere il santuario – a quota 1789 mslm – a piedi percorrendo il Sentiero del Pellegrino oppure utilizzando la più agevole telecabina. La pandemia ha posticipato al primo giugno l’apertura della cabinovia, «ma i primi pellegrini sloveni e austriaci hanno raggiunto il santuario da metà giugno, alla riapertura dei confini», ha spiegato al settimanale diocesano «La Vita Cattolica» il gesuita padre Peter Lah, responsabile della pastorale del santuario.
In 660 anni, infatti, non si sono mai interrotti i pellegrinaggi alla “Madonna del Lussari”, luogo di incontro tra le tre grandi culture che abitano questi territori che tanto hanno influito nella costruzione dell’Europa. Noto agli sloveni come Svete Višarje, Luschariberg per gli austriaci, il Lussari è oggi l’unico luogo in cui una Messa viene celebrata in tre (se non quattro) lingue diverse. «La fede unisce i popoli che la storia ha diviso – prosegue padre Lah –. Ma la Madonna non chiede il passaporto! Chiederemo alla Vergine la grazia della pace tra i popoli».
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